Se anche voi dicevate “prima o poi Apple Pay arriverà anche da noi” mettete pure da parte le speranze. Saremo probabilmente gli ultimi ad averlo in tutta Europa, o quasi, e la colpa è nostra.
Attualmente, i pagamenti via iPhone e Apple Watch sono disponibili in USA, Canada, UK, Australia, Cina e Singapore, e presto sbarcheranno in molti nuovi paesi. Apple, rivela TechCrunch, sta “lavorando rapidamente” per espandere il servizio in Europa e Asia, e i criteri che adotta per decidere l’ordine dei lanci nazionali è semplice:
- 1. Grandezza del mercato per i prodotti Apple
- 2. Penetrazione carte di credito e di debito
- 3. Copertura dei pagamenti contactless
Ora, per il punto 1, tutto sommato, stiamo mesi bene; il 3 non è granché importante, perché Apple conta di fare da volano alla tecnologia dei pagamenti contactless; basti pensare che, al momento del lancio negli USA, erano al 4% e ora hanno raggiunto il 20%. Il vero problema è un altro, e riguarda l’italica diffidenza verso i pagamenti elettronici.
Siamo andati a cercare qualche statistica sulle transazioni elettroniche e abbiamo scoperto numeri perfino peggiori di quelli attesi. E credeteci, partivamo bassi. “Ogni anno,” scrive Il Sole 24 Ore, “il risparmiatore italiano utilizza in media la propria carta di pagamento – carta di credito, carta di debito (bancomat) o prepagata – solo per 30 operazioni all’anno, un numero inferiore alla metà della media Ue: i cittadini dell’Unione Europea usano le carte 86 volte in un anno, una media tra il picco della Svezia con 250 transazioni (poco distanti la Danimarca con 243 e la Finlandia con 225) e la coda della classifica.”
Peggio di noi fanno solo Romania, Grecia e Bulgaria. E così, eccoci al dunque. Rivelati i criteri di valutazione, va da sé che l’Italia sarà accorpata all’ultimo manipolo di mercati in cui lanceranno Apple Pay, e come dargli torto: qui da noinon avrebbe semplicemente senso.
-melablog-.